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RIPARTIAMO DALLA SARDEGNA 2020-2021 - Puntata 11 - Tesori artistici ed architettonici

RIPARTIAMO DALLA SARDEGNA 2020-2021 - Puntata 11 - Tesori artistici ed architettonici - 11.10.2020
L’Itinerario che ci porta a scoprire importanti siti archeologici ed anche gioielli dell’arte romanica, percorre da nord a sud la spina dorsale della Carlo Felice.
Si parte da Porto Torres e le imponenti testimonianze della colonia romana, di Turris Libysonis sulla foce del rio Mannu e che fu abitata da cittadini romani. Poi faremo visita alla basilica San Gavino. Prendendo la statale Carlo Felice in direzione sud raggiungiamo ad appena 4 chilometri dall’abitato di Paulilatino il pozzo nuragico di Santa Cristina dal nome della piccola chiesa circondata da cumbessias. Nel settore di nord est sorge il tempio a pozzo, del quale resta in tutta la sua magnificenza la struttura ipogeica che colpisce per la grandiosità della scalinata che restringendosi progressivamente arriva a circa 7 metri di profondità spegnendosi in una vasca circolare profonda circa mezzo metro dove si raccoglie l’acqua. E di straordinario effetto è il soffitto a gradoni che la copre, quasi si trattasse di una scala rovesciata. La tappa successiva è Santa Giusta dove andiamo alla scoperta di antichi resti di città romane.
All’ingresso sud del paese si nota il ponte di epoca romana, originariamente a cinque arcate che rivitalizzò la città di Othoca la cui importanza è testimoniata dalla necropoli della città nelle epoche fenica punica e romana, e adiacente alla chiesa di Santa Severa, costruita nel XVII secolo su un preesistente edificio medievale. Quindi visiteremo la necropoli santa Severa e la basilica Santa Giusta.
L’ultima tappa di questo itinerario ci porta nell’iglesiente, più esattamente a Fluminimaggiore per visitare una delle più imponenti opere architettoniche dell’antichità, risultato di accurati interventi di restauro tra il 1967 e il 1976, testimonianza di una delle più avventurose ricerche dell’archeologia in Sardegna.
E’ il tempio del Sardus Pater, localizzato in quell’area di Antas a pochi chilometri da Fluminimaggiore, nel 1858 da Giovanni Spano, padre dell’archeologia sarda, e dal suo allievo Vincenzo Crespi.

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