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RIPARTIAMO DALLA SARDEGNA 2020-2021 - Puntata 18 - Monumenti naturali

RIPARTIAMO DALLA SARDEGNA 2020-2021 - Puntata 18 - Monumenti naturali - 29.11.2020
La natura nell’isola è capace di bizzarrie e stranezze. Modella rocce e rilievi creando curiose figure; fa esplodere in un rigoglio incontenibile alberi e flora dando loro abnormi dimensioni e inestricabili intrecci.
Vogliamo provare ad andare alla scoperta di questi fenomeni per i quali non interviene la mano dell’uomo e che la regione ascrive tra i monumenti naturali. Espressione che racchiude, secondo quanto stabilisce l’assessorato regionale alla difesa dell’ambiente che li istituisce, “singoli elementi o piccole superfici di particolare pregio naturalistico o scientifico, che debbono essere conservati nella loro integrità”. Insomma il monumento naturale è un oggetto della natura che si impone all’attenzione per un carattere - o un insieme di caratteri - che lo isola dalle forme consimili, rendendolo particolarmente degno di attenzione e di tutela.
Partiamo dalla costa occidentale, più esattamente quella del Montiferru. Su quel mare si affaccia S’archittudi Santa Caterina di Pittinuri. Nella vicina penisola del Sinis si segnala anche l’Arco di Su Tingiosu, nel Parco naturale del Sinis- Montiferru, nel punto in cui la parte collinare e montana di rogne vulcanica del Montiferru si raccorda con quella pianeggiante e costiera del Sinis. La bizzaria della natura si manifesta in forme anche più spettacolari nel Capo d’orso di Palau il promontorio granitico particolarmente esposto a tutti i venti, che offre splendide vedute su Capo Ferro, e l'Arcipelago della Maddalena e la Corsica. L’erosione determinata del vento e da fattori fisico-chimici ha prodotto la famosa Roccia dell’Orso, una possente scultura naturale che ha proprio la forma del plantigrado con lo sguardo rivolto verso il mare. Lasciamo le coste e andiamo nell’entroterra dell’oristanese, a Masullas. Nel suo territorio, nella località di Gutturu Forru, sulla strada per Gonnostramatza, sui può ammirare Su Corongiu de Fanari. Ad appena due chilometri e mezzo dall’abitato di Galtellì non possiamo non notare, perché per le sue dimensioni è vistosa e pertanto osservabile anche da grande distanza, la cosidetta PetraIstampada. Se vogliamo invece avere conferme di quanto geologicamente sia antico il territorio della Sardegna possiamo andare a Nureci per visitare MuruCubeddu un giacimento di fossili che si trova a circa 1 chilometro a occidente dell’abitato. Natura fantasiosa nei pressi di Guspini sul monte Zeppara, un rilievo di meno di 170 metri praticamente lambito dall’abitato, e ospita un piccolo cono basaltico originato dalle eruzioni vulcaniche. Certamente molto più noto è Su Texile, o meglio il Meseddu de Texile di Aritzo là dove texile è un termine barbaricino di origine preromana che indica un cocuzzolo isolato. E’ in effetti un tacco calcareo; un blocco a forma di fungo sbrecciato, con le pareti verticali ed in parte a strapiombo su un rilievo del Paleozoico

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