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RIPARTIAMO DALLA SARDEGNA 2020-2021 - Puntata 19 - Miniere e archeologia industriale
RIPARTIAMO DALLA SARDEGNA 2020-2021 - Puntata 19 - Miniere e archeologia industriale - 06.12.2020
Cattedrali nel deserto e ruderi con ferri arruginiti spesso a ridosso dei centri urbani.
La geografia di quella che potremmo definire archeologia industriale è davvero ampia e variegata nell’isola e in questo itinerario tentiamo di avvicinarci ad alcuni suoi esempi tra i più significativi.
Segnalando però che non tutto è stato abbandonato all’incuria e al degrado.
Un illuminante esempio di recupero di attività industriali dismesse ci arriva soprattutto dai bacini minerari. In quello del Sulcis Iglesiente merita una citazione allora la miniera di Su Zurfuru a Fluminimaggiore, dove diverse società anche straniere hanno estratto piombo e zinco sino alla definitiva chiusura nel 1993. Ricchissimo il museo che raccoglie le attrezzature e gli strumenti da lavoro, le documentazioni, i macchinari originali del sito e gli oggetti personali degli ex-minatori. Non ha conosciuto lo stesso destino a Ozieri la miniera di Su Elzu cioè il sughero.
La miniera, inaugurata nel 1891 per ricavarvi piombo, argento e zinco, conobbe il suo apice nel dopoguerra per poi chiudere nel 1957. E’ pericolante anche l’edificio che nella zona industriale di Porto Torres all’incrocio fra le vie Fratelli Vivaldi e Marco Polo ospitò la Ferriera sarda, sorta nel 1961 per la produzione di tondini in ferro e sopravvissuta sino al 1979 dopo avere garantito 300 buste paga. Altre due importanti testimonianze di archeologia industriale le cogliamo ancora nel Sulcis Iglesiente e più esattamente a San Giovanni Suergiu, a nord dell’istmo che collega Sant’Antioco alla Sardegna.
La centrale elettrica di Santa Caterina è una struttura ancora imponente, uno dei simboli dell’industrializzazione del Sulcis nella prima metà del Novecento.
E sempre a San Giovanni Suergiu sulla SS126 in località is Cordeddas si staglia lo stabilimento della Calcidrataattiva fin dal 1909 nella produzione della calce.
Al boom economico degli anni Sessanta è legata anche la realizzazione delle Fornaci diUssanaconosciute nella zona come La Ceramica.
Cattedrali nel deserto e ruderi con ferri arruginiti spesso a ridosso dei centri urbani.
La geografia di quella che potremmo definire archeologia industriale è davvero ampia e variegata nell’isola e in questo itinerario tentiamo di avvicinarci ad alcuni suoi esempi tra i più significativi.
Segnalando però che non tutto è stato abbandonato all’incuria e al degrado.
Un illuminante esempio di recupero di attività industriali dismesse ci arriva soprattutto dai bacini minerari. In quello del Sulcis Iglesiente merita una citazione allora la miniera di Su Zurfuru a Fluminimaggiore, dove diverse società anche straniere hanno estratto piombo e zinco sino alla definitiva chiusura nel 1993. Ricchissimo il museo che raccoglie le attrezzature e gli strumenti da lavoro, le documentazioni, i macchinari originali del sito e gli oggetti personali degli ex-minatori. Non ha conosciuto lo stesso destino a Ozieri la miniera di Su Elzu cioè il sughero.
La miniera, inaugurata nel 1891 per ricavarvi piombo, argento e zinco, conobbe il suo apice nel dopoguerra per poi chiudere nel 1957. E’ pericolante anche l’edificio che nella zona industriale di Porto Torres all’incrocio fra le vie Fratelli Vivaldi e Marco Polo ospitò la Ferriera sarda, sorta nel 1961 per la produzione di tondini in ferro e sopravvissuta sino al 1979 dopo avere garantito 300 buste paga. Altre due importanti testimonianze di archeologia industriale le cogliamo ancora nel Sulcis Iglesiente e più esattamente a San Giovanni Suergiu, a nord dell’istmo che collega Sant’Antioco alla Sardegna.
La centrale elettrica di Santa Caterina è una struttura ancora imponente, uno dei simboli dell’industrializzazione del Sulcis nella prima metà del Novecento.
E sempre a San Giovanni Suergiu sulla SS126 in località is Cordeddas si staglia lo stabilimento della Calcidrataattiva fin dal 1909 nella produzione della calce.
Al boom economico degli anni Sessanta è legata anche la realizzazione delle Fornaci diUssanaconosciute nella zona come La Ceramica.