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RIPARTIAMO DALLA SARDEGNA 2020-2021 - Puntata 21 - Itinerari di montagna
RIPARTIAMO DALLA SARDEGNA 2020-2021 - Puntata 21 - Itinerari di montagna - 20.12.2020
Il nostro itinerario tra alcune montagne dell’isola lo avviamo dal Limbara che deve il suo nome al fatto che i romani indicavano la zona in cui sorge il massiccio come il “limes Balares”, cioè il confine con la popolazione indigena romanizzata dei Balari. L’azione di erosione provocata da vento e acqua ha creato forme anche bizzarre tra i massi di granito.
Di grande e selvaggio fascino resta l’area verde del Supramonte di Urzulei all'uscita nord del paese, in direzione Dorgali. Si estende per 4830 ettari in un territorio ricco di numerosi siti archeologici, con nuraghi e tombe dei giganti; di alcune grotte visitabili come quelle de s'Edera, de Su Eni de Istettai e de Su Palu.
Ma qui l’elemento di maggiore attrazione è certo rappresentato dal canyon de su Gorroppu, uno dei più profondi e belli d’Europa. La gola è una profonda spaccatura scavata nel corso dei millenni dalle acque del rio Flumineddu, con pareti di altezza fino a 450 metri. Il fondo della gola è ricoperto da grandi massi levigati e bianchi.
Una storia millenaria si nasconde tra la vegetazione e i rilievi del Monte Arci che custodisce il più grande giacimento di ossidiana in Sardegna. L’ossidiana, ideale per costruire armi e utensili preistorici, è stata a partire dal VI millennio a.C. una vera e propria ricchezza per l’isola che la esportava per il Mediterraneo estraendola dai giacimenti principali nei territori di Pau, Masullas e Usellus. Pau è anche sede del museo dell’ossidiana dove si possono conoscere le vicende millenarie legate alla pietra lavica.
Merita un’escursione anche il monte Santo, noto anche come Monte Sant'Elies, situato nel Logudoro Meilogu. Percorrendo la SS 131 “Carlo Felice” verso Siligo è impossibile non notare la sua mole.
Il nostro itinerario tra alcune montagne dell’isola lo avviamo dal Limbara che deve il suo nome al fatto che i romani indicavano la zona in cui sorge il massiccio come il “limes Balares”, cioè il confine con la popolazione indigena romanizzata dei Balari. L’azione di erosione provocata da vento e acqua ha creato forme anche bizzarre tra i massi di granito.
Di grande e selvaggio fascino resta l’area verde del Supramonte di Urzulei all'uscita nord del paese, in direzione Dorgali. Si estende per 4830 ettari in un territorio ricco di numerosi siti archeologici, con nuraghi e tombe dei giganti; di alcune grotte visitabili come quelle de s'Edera, de Su Eni de Istettai e de Su Palu.
Ma qui l’elemento di maggiore attrazione è certo rappresentato dal canyon de su Gorroppu, uno dei più profondi e belli d’Europa. La gola è una profonda spaccatura scavata nel corso dei millenni dalle acque del rio Flumineddu, con pareti di altezza fino a 450 metri. Il fondo della gola è ricoperto da grandi massi levigati e bianchi.
Una storia millenaria si nasconde tra la vegetazione e i rilievi del Monte Arci che custodisce il più grande giacimento di ossidiana in Sardegna. L’ossidiana, ideale per costruire armi e utensili preistorici, è stata a partire dal VI millennio a.C. una vera e propria ricchezza per l’isola che la esportava per il Mediterraneo estraendola dai giacimenti principali nei territori di Pau, Masullas e Usellus. Pau è anche sede del museo dell’ossidiana dove si possono conoscere le vicende millenarie legate alla pietra lavica.
Merita un’escursione anche il monte Santo, noto anche come Monte Sant'Elies, situato nel Logudoro Meilogu. Percorrendo la SS 131 “Carlo Felice” verso Siligo è impossibile non notare la sua mole.