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RIPARTIAMO DALLA SARDEGNA 2020-2021 - Puntata 26 - IL Carnevale
Tempo di carnevale e differenti sono i modi in cui la festa si celebra nell’isola.
Dalle sue forme più classiche e comuni dei cortei in maschera e dei cari allegorici, a quelle che più denotano espressioni più fortemente radicate alle tradizioni del territorio con le più tipiche machere barbaricine alle giostre equestri.
Allora partiamo dalla Sartiglia di Oristano perché un intatto richiamo e una partecipazione sempre più marcata da parte di turisti e media internazionali riveste la Sartiglia di Oristano. Corsa alla stella che nelle due giornate dell’ultima domencia di carnevale e del successivo martedì grasso, gestite dal gremio dei contadini e da quello dei falegnami, propone le discese di oltre un centinaio di cavalieri iscritti.
Spettacolo e adrenalina assicurate anche dall’altra corsa equestre che ha come teatro le strette vie di Santu Lussurgiu per sa carrela e nanti.
Curve e strettoie segnano il percorso lungo 350 metri nella strada, oggi è la via Roma, coperta di terra; le pariglie dei cavalieri si presentano a s’iscappadorzu, il punto in cui ha inizio la corsa, e da qui scendono, appunto a pareza, al galoppo con le case che fanno da contorno, e la gente che trova riparo a ridosso dei muri; il tratto iniziale è pianeggiante, poi la breve salita che termina nell’uscita del paese verso Bonarcado.
Il carnevale a Tempio ha origine remote perché la sua figura principale, il re GIORGIO, riporterebbe a un’epoca pre romana quando lo spirito della terra che dà i frutti era chiamato GIORGI, e a lui venivano offerti sacrifici per ingraziarsi i suoi favori. Il carnevale comincia il giovedì grasso con l'entrata trionfale in città del Re Giorgio. La domenica si celebra il matrimonio tra Re Giorgio e la popolana Mannena, di solito abbigliata in modo audace; come vuole la tradizione, Mannena darà al re un figlio che sarà Re Giorgio per il successivo carnevale.
Le espressioni più originali e affascinanti il carnevale dell’isola le offre probabilmente con le diverse maschere che animano le sfilate de su carrasecare.
Si dice che siano carnevali tristi perché già nel nome stanno a ricordare la carne umana da fare a pezzi, da smembrare come quella della vittima che anticamente veniva lacerata e sbranata secondo il rito per commemorare Dioniso che era stato sbranato dai Titani mentre si guardava a uno specchio.
E’ il carnevale insomma che coinvolge comunità intere di molti centri della Barbagia. Mamoiada, Ottana, Orotelli per citarne alcuni
Dalle sue forme più classiche e comuni dei cortei in maschera e dei cari allegorici, a quelle che più denotano espressioni più fortemente radicate alle tradizioni del territorio con le più tipiche machere barbaricine alle giostre equestri.
Allora partiamo dalla Sartiglia di Oristano perché un intatto richiamo e una partecipazione sempre più marcata da parte di turisti e media internazionali riveste la Sartiglia di Oristano. Corsa alla stella che nelle due giornate dell’ultima domencia di carnevale e del successivo martedì grasso, gestite dal gremio dei contadini e da quello dei falegnami, propone le discese di oltre un centinaio di cavalieri iscritti.
Spettacolo e adrenalina assicurate anche dall’altra corsa equestre che ha come teatro le strette vie di Santu Lussurgiu per sa carrela e nanti.
Curve e strettoie segnano il percorso lungo 350 metri nella strada, oggi è la via Roma, coperta di terra; le pariglie dei cavalieri si presentano a s’iscappadorzu, il punto in cui ha inizio la corsa, e da qui scendono, appunto a pareza, al galoppo con le case che fanno da contorno, e la gente che trova riparo a ridosso dei muri; il tratto iniziale è pianeggiante, poi la breve salita che termina nell’uscita del paese verso Bonarcado.
Il carnevale a Tempio ha origine remote perché la sua figura principale, il re GIORGIO, riporterebbe a un’epoca pre romana quando lo spirito della terra che dà i frutti era chiamato GIORGI, e a lui venivano offerti sacrifici per ingraziarsi i suoi favori. Il carnevale comincia il giovedì grasso con l'entrata trionfale in città del Re Giorgio. La domenica si celebra il matrimonio tra Re Giorgio e la popolana Mannena, di solito abbigliata in modo audace; come vuole la tradizione, Mannena darà al re un figlio che sarà Re Giorgio per il successivo carnevale.
Le espressioni più originali e affascinanti il carnevale dell’isola le offre probabilmente con le diverse maschere che animano le sfilate de su carrasecare.
Si dice che siano carnevali tristi perché già nel nome stanno a ricordare la carne umana da fare a pezzi, da smembrare come quella della vittima che anticamente veniva lacerata e sbranata secondo il rito per commemorare Dioniso che era stato sbranato dai Titani mentre si guardava a uno specchio.
E’ il carnevale insomma che coinvolge comunità intere di molti centri della Barbagia. Mamoiada, Ottana, Orotelli per citarne alcuni